Uno spettacolo basato su un testo che riflette l’eterna lotta fra razionalità e istinto
Amore e Psiche è uno spettacolo basato su un testo che riflette l’eterna lotta fra razionalità e istinto. Costruito a partire da un’estetica ormai riconosciuta da migliaia di bellissime pagine, si presenta con un problema di attualizzazione, a patto di restare una lotta sempre fra cuore e cervello. E perché non affidare a questo approccio la semplice allusione, con le sue tematiche sottotraccia in un incrocio di eccellenze. Emergenza del dire, depistaggio in un flash, comunicato. Se di indefesso impegno si tratta, o così si comunica, un cast motivato a risolvere uno spettacolo in tempi da record porta in scena una favola. Ma tocca ad un grande giornalista la parte di cornice, eppure irridente, Mario Sechi, direttore dell’Agi, Agenzia giornalistica Italia. Non ci sarebbe stato nessun problema ad affidare la parte ad un grande attore, ad una grande attrice, ma perché farlo? Meglio procurare un’incursione. Certo, alla base della scelta di regia si trova un personaggio di cornice che nasconde il suo essere trappola – è bene non fidarsi – se il gioco di Apuleio si fa torbido più che mai. La partita sembra giocarsi passando fra il non luogo a procedere della riscrittura e un equilibrio essenziale della messa in scena.
Un documentarista fuori campo
Rompere con certe convenzioni e abitudini teatrali, combinare l’elemento estraneo in un’aberrazione scenica, inquadrata dalla notizia che viene data a ridosso di una storia che assume un maggior numero di interpretazioni nel rispetto del testo. Affidato alla regia e adattamento di Daniela Capurro, Amore e Psiche ha frequenti passaggi alla terza persona con un meccanismo di “non battute”. Stati emotivi e pensieri indirizzati ad altri personaggi per sovrapporre i piani e un gioco di specchi fra realtà e fantasia. L’inserimento del documentarista fuori campo tiene insieme i lembi della vicenda in un atto di inquadratura persino manipolatorio, in una presenza scenica che funziona anche come esperienza visiva. Interpreti: Daniele Molino (Amore), Roberta Crivelli (Psiche), Francesca Tripaldi (Venere), Roberta Barbiero (Sorella 1), Simone Tudda (Giove), Caterina Bonanni (Sorella 2), Pietro Cerchiello (Mercurio). L’allestimento è stato reso possibile dal contributo del Teatro nazionale di Genova.